L’area sacra di Poggio del Forno.

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L’AREA SACRA DI POGGIO DEL FORNO

Perchè crerdo che questa era una zona importantissima?

Ci sono molte coincidenze che mi hanno  portato sempre a credere che qui, in questo luogo, oggi così desolato e angusto, nel tempo che fu vi era un villaggio di epoca Villanoviana ma che poi nel tempo ha continuato a vivere con gli Etruschi, sino a l’arrivo dei Romani. Infatti, in queste terre che ormai sono diventate macchie quasi impenetrabili, vi sono delle ville Rustiche Romane che circondavano l’area di Poggio del Forno. Questa dislocazione di case coloniche ti da la sensazione, che non solo mantenevano ordine nel territorio, ma che comunque controllassero anche le comunità restanti del popolo etrusco. Da quì in poi, l’area di Poggio del Forno non ha dato altre notizie ma solo perdersi nell’oblio in ogni sua traccia dal II° sec d.C. Da quì in poi c’è un salto nel buio di circa 1200 anni, che  poi riprende vita con l’entrata della Chiesa che si approprierà di queste terre con la Pia Casa Apostolica del Santo Spirito in Sassia,  ma che comunque resteranno per sempre alla Signoria dei “Cornetani”. Ma  andiamo per ordine. Quali sono le cose importanti che  mi fanno pensare che questo luogo era così importante?

Innanzi tutto c’è il Tumulo Principesco del VII sec. a.C. che rimane proprio qui, prendendo il nome di Poggio del Forno. Nome dato sicuramente per la somiglianza di questa tomba simile ad un forno a legna. Questo sito, che è poi nel punto più alto del territorio Tarquiniense, il chè questo la dice lunga in merito. Se c’era questa Tomba a Tumulo così prestigiosa, vi era anche un grande villaggio tutto intorno e sicuramente erano dei Principi che regnavano su tutta l’area abitativa. Tutto intorno a questa altura che è dj metri 247 s.l.m.  vi sono innumerevoli  sepolture etrusche. La sua posizione è invidiabile davvero, vi è una panoramica a 360° e  partendo in senso orario in direzione Ovest si ha subito la panoramica dell’Area dell’etrusca Civita di Tarkna e oltre la moderna Tarquinia di oggi. Subito appresso la grande laguna sino a l’Argentario e poi ripiega all’interno con il paese di Capalbio, i monti di Castro e dietro ancora l’Amiata, Montefiascone che fa da regina e i paesini di Gradoli, Grotte, Canino e Tuscania. Andando oltre sempre in questa direzione si vede bene la Città di Viterbo con i suoi Cimini, Monte Fogliano e i Monti Sabatini e i Monti della Tolfa e per concludere abbiamo davanti a noi il bellissimo paesino di Monte Romano con dietro la famosa Rotonda che dista davvero da quì solo qualche chilometro.

                                         LA CONSOLARE AURELIA NOVA

Un’altra cosa importante e che non viene presa in considerazione da nessuno è, che quì passava una strada importantissima già  a suo tempo Etrusca-Romana ma che si è mantenuta sino hai giorni nostri del 1950-60. Ricordo ancora perfettamente che, da bambino, abitava vicino a me un signore di nome, Riccardo Vagni,  facente di professione il “pecoraro” in pratica guardava le pecore nei dintorni di Montebello (Comune di Tuscania) e la sera tornava con la sua vecchia bici passando per il “Guado della Spina“, in pratica questo grande guado sul Fiume Marta in Località “Ancarano”, era ancora utilizzato per le transumante dell’epoca. Stò parlando di una delle delle famose strade “Aurelia Nova“, cioè un alternativo percorso che potesse superare tutto il litorale ormai malsano e pericoloso, passando per i Monti Ceriti (oggi Monti di Tolfa) partendo dal Porto di Pirgy (S. Severa) e terminare la sua corsa alla Città di Cosa (Ansedonia). Come sono arrivato a concludere questa mia teoria? Perchè molte volte ho intrapreso questo tracciato proprio cercando  delle testimonianze importanti e attraverso scritti e mappe antiche sono arrivato alla conclusione che questa strada ancora oggi esiste, magari in un nuovo tracciato ma quasi simile e in qualche tratto è ben visibile l’antico selciato . Perchè penso che questa strada passi proprio qui a Poggio del Forno? Perchè scendendo dai Monti della Tolfa abbiamo sul Fiume Mignone, il famoso Ponte del Bernascone, che oggi non è più utilizzabile poichè oramai diruto, molte volte in tempi andati è stato travolto dalle inondazioni e distrutto ma sempre restaurato, fino a metà 800, poi abbandonato con l’arrivo dell’era moderna. Questo Ponte ci dicono gli scritti ha origini Romane e una volta atrraversato prendeva in direzione “Cavone” di S. Maria, oggi dietro il casale di Viscarelli e risaliva tutto il costone che portava sino alla Turchina, dove passa la S.S. Aurelia Bis al Km 8. Una volta attraversata dalla parte opposta vi è la strada in questione di cui sto parlando. Oggi questa strada è sterrata ma che in qualche tratto riappare l’antico selciato e viene giornalmente usata dagli allevatori-contadini della zona, poichè la strada prima passa davanti al “Casale dei Sinigagliesi” e poi raggiunge la “tenuta di Benedetti A”. L’antico percorso prosegue passando davanti al Fontanile del Cavalluccio e così raggiunge la strada delle Piane del Marta allacciandosi come dicevo prima, al Guado della Spina.

C’è un’altra considerazione, importante, che va valutata. La vicinanza della Città di Tarquinia Etrusca. Si sa per certo che l’Aurelia Bis al tempo degli Etruschi o Romani non esisteva perciò sicuramente vi era una biforcazione in merito che dava la possibilità, sia di andare diretti senza interruzioni passando per Poggio del Forno,  sia invece di fermarsi alla Città Etrusca di Tarkna. In definitiva tutte e due le strade ancora oggi arrivano alle Piane del Marta, potendo poi proseguire, guadando il fiume Marta e arrivando a Montebello. La Strada Consolare Aurelia Nova proseguiva verso la Strada del Ghiaccio dove vi era una Torretta denominata “Roccaccia” poi proseguiva per Castel Ghezzo, Musignano e il Ponte di Vulci, p la strada dei Corridori a Pescia verso Fiorentina fino a Capalbio e finire la sua corsa alla città di Cosa ad Ansedonia.

 

ENNICVS

4 Responses

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    Roberta
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    Dove si possono trovare le cartine di questi percorsi

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      admin1565
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      li puoi trovare direttamente sul posto.

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    admin1565
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    Le cartine di questi sentieri li puoi chiedere a me personalmente, o li puoi trovare direttamente sulla cartellonistica del percorso. Per noi che siamo del posto ci possiamo avvicinare in auto dalle Piane del Marta (strada della Polveriera) sino al bivio per la Civita, lì c’è il primo cartello con la cartina dei Percorsi e dove si deve prendere per intraprendere il sentiero da fare nella tua specialità sportiva.
    cmq sia, devi prendere la strada del Cavalluccio come è indicato sul cartellone. Il mio consiglio è di farti accompagnare da uno dei nostri Runner, almeno per la prima volta.
    un abbraccio.

  3. Avatar
    admin1565
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    Le cartine di questi sentieri li puoi chiedere a me personalmente, o li puoi trovare direttamente sulla cartellonistica del percorso. Per noi che siamo del posto ci possiamo avvicinare in auto dalle Piane del Marta (strada della Polveriera) sino al bivio per la Civita, lì c’è il primo cartello con la cartina dei Percorsi e dove si deve prendere per intraprendere il sentiero da fare nella tua specialità sportiva.
    cmq sia, devi prendere la strada del Cavalluccio come è indicato sul cartellone. Il mio consiglio è di farti accompagnare da uno dei nostri Runner, almeno per la prima volta.
    un abbraccio.

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