LA SCOPERTA DEL FONTANILE ANTICO - Aprile 2019 – Poggio del Forno – Tarquinia

Mentre ero intento a creare un nuovo percorso di Mtb e di Trekking, che aveva lo scopo di collegare due località; dalla Fascia di Rispetto delle Callare, una vallata a Nord-Est delle falde di Poggio del Forno, fino ad arrivare al Poggio della Mandriola….(quadrante I.G.M. Monte Romano F° 142 0. 1 Nord-Est/linea verticale 34/35 / linea orizzontale 85/86)…notavo che, nel togliere l’erba, rovi e arbusti secchi, venissero via dal terreno molto più facilmente del solito e colto dalla curiosità ho iniziato nel procedere ad un piccolo scavo in avanti per verificare ed esaudire il mio senso di intuizione. Con mio grande stupore nel procedere ho subito notato che la mia curiosità era stata appagata in pieno. Sotto lo strato erboso e coperto dai detriti alluvionali ho iniziato a trovare delle pietre ben messe e spianate come un pavimento, ho subito pensato che qui vi era stata la mano dell’uomo. ho continuato per qualche altro decina di centimetri tra rami secchi e sassi insignificanti e il selciato continuava nel suo percorso nel sembrare sempre più ad’una strada antica e anche la mia voglia di capire bene cosa fosse davvero. Emozionatissimo e sicuro che fosse una strada mi sono dovuto ricredere poichè sul fianco mio sinistro, nascosto nella fitta vegetazione ho iniziato a vedere alcuni resti di una costruzione. I sassi ammucchiati e scomposti erano ricoperti da una folta vellutina, oltre a questo vi erano sopra alberi e arbusti. Il vecchio fabbricato si allungava nel dietro ma era difficile ora capire la sua vera identità. Lasciando perdere le mie intuizioni ho continuato nella pulizia del selciato per vari giorni. Gli amici ogni tanto mi aiutavano(°) la voce si spargeva ed è iniziato il pellegrinaggio dei visitatori. Man mano che pulivo il selciato il mio occhio era rivolto al vecchio rudere, ormi era chiaro che era un Fontanile in pietra bianca calcarea,una pietra che era del posto, il famoso Palombino e così il selciato che spiccava tutto il suo candido splendore. Facevo circa 1 mq al giorno poichè ormai i detriti che si erano accumulati erano saliti a quasi mezzo metro di altezza e oltre. Dopo alcuni giorni ho finito di pulire il lato sinistro. (foto) Nei pomeriggi, quando il sole era piu caldo era impossibile continuare e allora tornavo a casa dedicando il mio tempo alla famiglia ma, sempre studiando alcuni scritti e mappe della zona, ma niente usciva fuori, e neanche il nome non si trovava. L’unica indicazione possibile la trovai su di una cartina pubblicata dal Munari Mario* nel Libro da lui scritto di cui parla di Monte Romano e alla fine vi era un’antica mappa dove notavo solo il nome del “fosso”, ma poichè era stampato ingrandendo il logo non si riusciva ad leggere. Allora ho preso un appuntamento con l’archivio di stato di Roma, dove il Munari aveva preso notizie e il giorno del 1° Luglio insieme a mio nipote Marco sono partito per la Capitale. Una volta dentro l’Archivio mi hanno consegnato il plico ma di quella antica cartina neanche l’ombra. sconsolato sono tornato sui miei passi e a casa ho deciso che momentaneamente si chiamerà “Fontanile Antico”.

LA SCOPERTA DELLA SORGENTE

In tutti questi mesi di lavoro non ho mai tolto il pensiero nel cercare di capire dove potesse essere la sorgente che alimentava il fontanile. Infatti prima di iniziare la sua sistemazione dovevo capire se c’era la possibilità di riportare l’acqua nella vasca se no, non avrebbe avuto senzo fare un recupero di tal genere. Molte volte sono andato su e giù nel poggio a cercare o almeno capire le probabilità che potevo avere. La vecchia sua conduttura andava in una direzione ben precisa poichè da dietro il fontanile risale veso la collina. Sicuramente questa copertura in muratura ricopriva tutto il suo corso fino alla vena. Alla fine di questa copertura non c’era piu niente, il tempo aveva cancellato ogni traccia e ho iniziato a cercare qualche indizio che potesse darmi un impulso a iniziare a vedere positivo. Un giorno, mentre ero intento nella mia ricerca ho notato che vi era in terra un guazzetto di acqua, ma siccome aveva piovuto non ho dato molto importanza alla cosa lascindo perdere e sono tornato a pulire il selciato intorno al fontanile. Dopo alcuni giorni sono tornato sui miei passi nel punto dove avevo lasciato, ho rivisto che ancora vi era quel guazzetto. Questo elemento mi ha insospettito poichè il guazzetto era anche nella giusta derezione ma non mi sono fatto prendere dall’entusiasmo, ho atteso nel frattempo altri giorni ma la situazione era sempre identica. Nel frattempo ho informato il mio amico Maurizio Foschi, che mi ha sempre aiutato in questa “avventura” e un sabato del mese di Maggio abbiamo iniziato a scavare. Ormai avevo deciso, provare a vedere che succedeva. Eravamo tutti e due entusiasti poichè man mano che si scendeva nel terreno l’acqua aumentava finchè arrivati a un metro di profondità vedevamo che le bollicine erano sempre piu evidenti e a quel punto abbiamo cantato vittoria dandoci il “cinque”. Avevamo trovato la vena d’acqua. Nei giorni che Maurizio non c’era ho iniziato a scavare il tratto davanti al punto della sorgente per portare un livello ben preciso verso il fontanile. Finito lo scavo di 12 metri lineari e profondo 50 centimetri il sabato successivo con Maurizio abbiamo portato e iniziato a convogliare la sorgente in un lavoro approssimativo ma ben fatto e così lacqua della sorgente a iniziato a depurarsi e a pulirsi. Nel frattempo si è aggiunto un altro nostro amico; Massimiliano Boni, che è del mestiere e abbiamo iniziato a restaurare il fontanile. Dopo qualche giorno di euforia ad un certo punto l’acqua a cessato di venire, e di conseguenza questo evento ci ha letteralmente spiazzato. Comunicato il fatto ai miei collaboratori samo tornati a riaprire il lavoro di copertura che avevamo momentaneamente chiuso come se avessimo già vinto la battaglia dell’acqua, ma non era così, purtroppo era vero, l’acqua non dava segni di vita e di conseguenza ci siamo rimboccati le maniche e tornati a scavare di nuovo e di nuovo abbiamo ritrovato la vena che fuoriusciva  però, ancora piu in basso di altri 50 centimetri ma con una straordinaria scoperta; avevamo trovato l’antica cisterna romana. L’antica cisterna era racchiusa dal davanti con una grossa pietra a forma di porta bianca e l’acqua superandola ne usciva aldisopra di essa….così abbiamo dedotto che: dopo le intense piogge di Maggio il flusso della vena si era placato e abbassandosi era tornata nella cisterna. La nostra decisione era presa, dovevamo portare i tubi della conduttura al paro superiore del lastrone davanti in modo che lacqua fuoriuscendo dalla cisterna andava direttamente nei tubi. bene! Questo ha comportato un ulteriore scavo in pofondità e pulitura della cisterna, poichè era piena di detriti e pietre come se fosse fosse franata su se stessa. Nel frattempo gli amici, Maurizio e Massimiliano il sabato continuavano con il restauro del Fontanile e io durante la settimana continuavo lo scavo, lungo e faticoso. Nel mese di Maggio hanno cessato le piogge e tutto si è tranquillizzato, il lavoro dello scavo era a buon punto ma mi aspettava anche quello della cisterna, non sapevo ancora quello che andavo incontro ma vi posso dire che è stata una vera impresa, tra il caldo torrido di Luglio mi sono ritrovato che la cisterna era piena di pietre e detriti di ogni genere e fango liquido da gettare fuori e vi posso assicurare che l’ambiente della cisterna era davvero limitato, largo 70 cm. x mt 1,50. Una volta terminato lo scavo, tutti insieme siamo tornati a canalizzare l’acqua e così è stato. Massimiliano io e Maurizio eravamo tutti fuduciosi che avremmo fatto un buon lavoro. nel frattempo le temperature sempre alte e il caldo era incessante, ormai bisognava solo lavorare sul restauro del fontanile e io nel frattempo ripulivo la parte destra del selciato che era rimasta sotto lo strato di detriti. tutto andava alla grande, il Fontanile era ad una fase che si poteva riempire e così è stato, tutto sembrava un sogno e tutto andava come in un film di favole con il finale a buon fine. Ormai il caldo era palese e non aveva jn nessun modo intenzione di diminuire il suo calore e….. una mattina dei primi di Agosto andando al Fontanile l’acqua non veniva più, mille pensieri negativi per la testa e ho pensato subito che erano quasi 4 mesi che non pioveva e che qualcosa non funzionava come doveva, oppure forse la rottura di un tubo, niente di tutto questo. Sono salito sul “poggio” nel cercare di capire il tragico(per me) evento, ma i tubi stavano bene e nell’aprire la cisterna ho capito tutto; l’acqua non riusciva più a superare la pietra bianca davanti, quella che chiudeva la cisterna. Diminuendo il flusso della sorgente poichè non pioveva ormai da 4 mesi la fonte della cisterna iniziava ad abbassarsi. In me era subentrato il panico mentale poichè non riuscivo a capacitarmi dove avevo sbagliato. come facevo ora a portare l’acqua al Fontanile? avevo pensato ad una soluzione temporanea mentre dovevo capire cosa fare. Visto che l’acqua non riusciva a superare la chiusura della cisterna e giorno per giorno si abbassava di 1 centimetro ho messo un tubo di gomma di mezzo pollice e sono andato a pescare e metterla di nuovo nei tubi di discesa. Per ora l’acqua veniva, ma per quanto? Se in questo frattempo avesse piovuto sicuramente le falde di tutta la zona sarebbero di nuovo ritornate rigogliose a vivere. Erano passati alcuni giorni e tutto ancora reggeva, ma il mio pensiero ormai era rivolto a un solo problema, avevo una domanda da fare e la risposta la dovevo trovare da solo; perchè chi aveva costruito la cisterna aveva fatto l’uscita dell’acqua proprio al paro della vena? un motivo ci sarà stato no? Con questo presupposto mi ero ripromesso che se l’acqua sarebbe finita avrei di nuovo dovuto abbassarmi con la conduttura ancora una volta al paro della cisterna e riprendere l’antica uscita, questo significava un gran lavoro davvero, dovevo rifare lo scavo sotto ancora di 80cm quasi un metro. Il mese di Agosto è stato infuocato e di piovere neanche l’ombra. Il 6 Settembre l’acqua di nuovo a smesso di venire, e di nuovo sono andato a vedere la cisterna, stavolta era vuota davvero. c’era solo una pozzetta dove la sorgente veniva quel pisciarello ma di nuovo se ne andava in dispersione. Bene, era arrivato il momento di agire, così ho tolto tutta la vecchia tubazione e ho iniziato lo scavo, questa volta ho dovuto fare da solo, i miei amici lavoravano e non ho voluto disturbarli, lo scavo mi avrebbe impegnato moltissimo ma io dovevo capire, dovevo studiare la sorgente. I primi di ottobre avevo finito il lavoro sia dello scavo che della conduttura. Ripulito di nuovo la cisterna sottosopra e mi sono anche abbassato una decina di centimetri per togliere ancora di più tutto quello che era movibile . Aspettavo solo che piovesse ma nel frattempo quei 10 centimetri che mi ero abbassato ho potuto risucchiare quel pisciarello di acqua e portarla di nuovo al Fontanile. Nel bene o nel male l’acqua era tornata, poca ma era tornata. Tutto sommato, quel pisciarello di acqua ha continuato per tutto il periodo che hanno iniziato le violenti piogge di Novembre……

 

Il mese di Novembre è stato molto piovoso, addirittura ha fatto dei nubifragi in ogni parte d’Italia e di conseguenza anche al Fontanile Antico, infatti dopo alcuni giorni di pioggia ho trovato una mattina che l’acqua veniva da sola senza l’aiuto de tubo di gomma che a quel punto ho tolto di nuovo. ora l’acqua che arriva al fontanile ha un getto di L. 2 al secondo una vera miniera d’oro ma sono sicuro che prima o poi tornerà la siccità ma, il lavoro giusto è fatto e meglio non si può fare. Il canale d’uscita dell’acqua è stato messo al paro della sorgente e quella che viene verrà per sempre giù.

15 DICEMBRE 2019

ENNICVS