SENTIERO DEI BOTTINI
Se venite dall’Aurelia bis da Tarquinia e siete al Km 8, sulla vostra sinistra o da Monte Romano a destra, cè una strada bianca, appena vi entrate e la percorrete siete sulla strada di “Poggio del Forno“. Subito dopo aver percorso 20 metri circa, troverete a destra, una stradina di campagna che vi condurrà direttamente sul Sentiero n°1. Una volta percorsa tutta la stradina, entrerete direttamente dentro un bosco straordinario,(foto 1). attenzione, non parlo di macchia ma di bosco con piante ad alto fusto, esclusivamente di Pioppo Nero. Verrete subito proiettati in un altra dimensione, passerete direttamente da un’arida maremma assolata di macchia mediterranea a un incredibile foresta amazzonica (2). Il sentiero in questione si snoda di circa 1,500 metri. Nella sua particolarità naturalistica, questo sito, ha per il paese di Tarquinia, un interesse e un affetto particolare, poichè questo bosco conserva le antiche sorgenti che alimentavano il paese, con le “Arcatelle”, ancora visibili se vi trovate a percorrere l’Aurelia Bis dal km 7 al km 5. (foto 3.) Da molto tempo ormai queste sorgenti non alimentano più le “Arcatelle” poichè alcune frane hanno distrutto la condotta sotterranea all’altezza del “Poggio della Sorgente.” Il sentiero che è stato creato da me con l’intento di incuriosire e sensibilizzare lo sportivo sia in Mtb che in corsa o l’escursionista nel suo cammino silente. Chi si accinge a percorrere questo straordinario itinerario, infatti, si troverà a passare davanti ad alcuni manufatti ancora integri, denominati “Bottini“, (foto 4/5) che erano parte fondamentantale dell’acquedotto in quanto servivano per la manutenzione e la pulizia della condotta, dove una persona minuta poteva entrarvi in ginocchio o accucciato e praticare l’intervento a cui doveva cimentarsi. La condotta sotterranea, esplorata da me e mio nipote Marco sta all’incirca ad una profondità di circa 5-6 metri ed è ancora ben conservata, almeno nel primo bottino che inizia da una sorgente. Da come abbiamo esplorato e esaminato il bosco, ho potuto capire che i “Bottini” viaggiano a coppia in parallelo e in leggera discesa della valle per poi unificarsi in una sola condotta e partire nell’attraversamento del “Poggio della Sorgente“, in quanto è ancora più in alto di circa 20 metri. Un lavoro maestoso iniziato dall’architetto Filippo Leti nel 1709 e terminato da Filippo Barigioni nel 1714. Una curiosità paesana importantissima è che quest’acqua portata al paese di Corneto con l’acquedotto, andava poi ad alimentare,anche, la “Fontana de Piazza“ davanti al Comune. Facendo un analisi piu approfondita di questo lembo di terra, ho scoperto che vi sono delle sepolture Etrusche o Villanoviane su di un poggetto all’interno del Boschetto, infatti mi sembrava strano che in un riquadro così ricco di acqua non ci fosse stata una piccola comunità abitativa. Quando uscirete da questo sentiero, vi trovate davanti al sentiero della Grande Sughera, da lì potete continuare, e arrivare al “Quadrivia della Mandriola“.
L’Acquedotto settecentesco, da noi chiamato semplicemente “Arcatelle“, è stato costruito in stile romano nel 1709 da Filippo Leti (1680-1711) di Roma, architetto della Camera Apostolica del Santo Spirito in Sassia e il suo nome è legato a moltri altri notevoli lavori di questo ente, come anche nel cosidetto Edificio delle Cinque Mole ad Allumiere. Purtroppo Filippo Leti morì giovanissimo nel 1711 e non potè vedere la fine dei lavori, infatti subentrò un’altro luminario del settore, l’architetto Filippo Barigioni (1672-1753) che completò l’opera dell’acquetto nel 1714.
ennicvs
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